È questo fottuto mondo a fare perdere il senso di amarsi così, nel sedile posteriore di un auto e sì, la paura di essere scoperti.
Non so se la grammatica sia davvero in grado di regolare le leggi della pagina scritta nero su bianco.
Quando la notte sogni di fare grandi cose senza mai essere stanco nemmeno per un istante di sentire il respiro di chi hai scelto per starti vicino fino al mattino.
Latitanti di una realtà che non si vuole ammettere e la paura di cambiare, e scommettere sul suono del mare scontrarsi sui muri di una stanza, prigionieri di una conchiglia e volere solo sentire tutta la meraviglia di addormentarsi.
Custodire il segreto dei piedi freddi sulla schiena, il rossetto all’angolo di un bacio dimenticato, così a lungo desiderato.
È quando il violino è scordato e suona stridente ma tu sentì una musica soave e seducente.
È la gioia di sentire il profumo delle pagine di un libro nuovo e l’odore della benzina che ti sballa e ne vuoi sempre di più per andare più veloce via da questo niente che si mangia tutto in modo atroce.
È una frase alla volta per comporre una storia infinita che si nasconde e si cancella ad ogni sconfitta della vita.
I colori lì comperi dagli spacciatori giù in strada, che tanto che importa? Sarà tutto in bianco e nero mal che vada.
È quando fuori piove a dirotto e senti il rumore la notte, che il desiderio si fa forte. La voglia di un nuovo giorno più sincero che racconti qualcosa di più di un semplice pensiero.
I giorni che passando con il mal di mare, su una barca dipinta sul muro di una parete bianca fatta per sognare.













